Mi trovo in quel momento della vita da MML (madre-moglie-lavoratrice) in cui i figli mi chiedono con insistenza di prendere un cane. Loro intendono un cane vero con quattro zampe e la coda e le orecchie e la voce per abbaiare e il pelo per infiorettare tutta la casa. Qualcuno di voi starà pensando: okay, e se i figli vogliono un cane che problema c’è?
Ecco, non fate gli insistenti proprio come i Plonerini che stanno tramando per strappare un mezzo sì, e va bene prendiamo un cane!
Ho una famiglia, tre figli e UoVo, lavoro, casa da gestire (in qualche modo, spesso anche in maniera bizzarra!), come faccio a pensare di prendere un cane? Ho provato a spiegarlo ai Plonerini, ho cercato di dire che prendere un cane potrebbe diventare più un altro impegno/dovere/lavoro piuttosto che un piacere. Insomma, l’ho messa sul pratico. Per il momento le mie spiegazioni non funzionano. UoVo ha risolto così: “Ne abbiamo già parlato tante volte, cambiate pure discorso”.
Ma i Plonerini mica mollano la presa!
Ecco qualche passaggio di una chiacchierata fatta a quattro, loro tre e io.
(Mentre ci prepariamo per andare a letto, fra docce troppo lunghe e storie da leggere e ciabatte spaiate)
Plonerino medio – Mamma, lo compriamo un cane?
– Non è facile avere un cane, sapete?
Plonerino piccolo – Perché? Basta andare allo zoo, anzi no, al canile, comprarlo, metterlo in macchina e portarlo a casa.
– No, non si può fare così. Un cane non è un oggetto, non è un peluche. Non basta portarlo a casa.
Plonerino grande – Aspetta, fammi dire a me… Ma è proprio perché non è un oggetto che ci piace! Vogliamo farlo giocare, stare insieme!
– Okay, un nuovo amico. Capisco, ma… sapete che non è tutto un gioco. Un cane è una cosa seria, ha un sacco di bisogni.
Plonerino medio – Lo sappiamo, mamma, stai tranquilla, ormai possiamo pensarci noi, non siamo mica così piccoli da non poter stare dietro a un cane!
– Certo, lo so che siete in gamba ma avete già così tanti impegni durante la giornata, il cane finirebbe per stare troppo tempo da solo ad aspettarvi.
Plonerino grande – No, questo no. Anzi, rimarrei a casa un sacco di volte per giocare con il cane. E poi potrei portarlo fuori anche quando sono con gli amici.
Plonerino piccolo – E io potrei lanciargli la pallina dalla porta del salotto fino alle scale. Ti ricordi, mamma, come facevamo da Eleonora a casa sua quella sera che siamo andati a cena da loro e si è rotto il vaso blu…
– Ecco, appunto, non sarebbe facile tenerlo in casa. Ricordi che disastro avete combinato quella sera a casa di Eleonora?
Plonerino piccolo – Ma non è stato il cane, mamma, siamo stati noi a tirare la pallina troppo forte e abbiamo preso in pieno il vaso blu.
Plonerino medio – Mamma, dai, lo sai che noi sappiamo come si fa. Dimmi, forza, dimmi chi rompe vasi in questa casa?
– Ma no, non è solo per la casa. Mi preoccupa l’impegno di seguire anche il cane, ma su, ma non vedete quanto ho da fare?!
Plonerino medio – Conosco almeno due amici che hanno fratelli e sorelle e pure un cane. Eppure sono tutti ancora vivi…
– Ecco, bravo, perché un cane è vivo, proprio come noi. Bisogna dargli da mangiare, prendersi cura di lui, portarlo fuori a fare la pipì, pulirlo…
Plonerino medio – Ma quello può farlo qualcuno che ci dà una mano.
– Ma chi è qualcuno che ci dà una mano? E chi lo curerà quando babbo e io siamo al lavoro e voi a scuola?
Plonerino piccolo – Vabbè, io posso stare a casa e non andare più a scuola, come d’estate.
– No, tu a scuola devi andarci. Fa diventare grandi, impari molte cose…
Plonerino grande – Sì, certo, te lo traduco io: impari molte cose vuol dire che devi studiare tanto così!
Plonerino medio – Ecco, vedi mamma, per noi sarebbe anche un compagno mentre studiamo, ci terrebbe compagnia sotto alla scrivania.
– Ah, sotto la scrivania! E magari avete in mente anche di lavarlo ogni tanto o pensavate a un cane autopulente?
Plonerino medio – Basta che ci dici come si fa e poi lo laviamo noi.
Plonerino grande – (rivolto al fratello) No, ora ti allarghi… Io mi occupo del mangiare, dei croccantini ma al bagno no, quello no.
Plonerino piccolo – Ho avuto un’idea! Possiamo prendere una baby sitter che si occupi di lui. Così lei lo pulisce e fa tutte le cose e quando va via lo lascia a noi tutto bello e pronto.
Plonerini grande e medio (all’unisono) – Dog, si chiama dog sitter!
– E tu di cosa ti occuperesti?
Plonerino piccolo – Io ci gioco.
Plonerino medio – Anch’io.
Plonerino grande – Vabbè, allora ci gioco prima io, sono il più grande.
– Okay, okay, ora tutti a letto. Non è il momento di giocare. Ne riparliamo appena possibile. Notte!
questo è un argomento dolente ancora in casa nostra!!! Ho solo due figli e un marito ma a volere un cane è sempre stato il piccolo, Davide che ora ha 19 anni. I problemi che hai fatto emergere coi plonerini sono sempre stati quelli che ho sostenuto io in casa, sostenendo inoltre che avere un animale in casa è come avere un altro componente della famiglia in tutti i sensi ossia quando pensi di fare un fine settimana fuori oppure la vacanza estiva e/o invernale ma soprattutto il pensiero che sarebbe stato a casa da solo tanto tempo e non avere un giardino mi ha sempre frenato, ma…c’è un ma, vivere con un animale in casa penso davvero sia un’esperienza unica per i ragazzi. Ad oggi siamo ancora senza animale in casa (e pensare che da bambina lo volevo anche io…) ma chissà forse un giorno…intanto Davide è andato a studiare a Milano e ha chiesto a suo zio di comprare un cane!
Stai dicendo che i figli non mollano…! Anch’io penso che un cane in casa sia un’esperienza non indifferente per tutti, grandi e piccoli. Grazie del tuo commento, Lucia. A presto